In effetti avevo il sospetto che fossimo in un caso "prima l'uovo o la gallina", non solo per via dei documenti/certificazioni ma per tutto quanto: di fatto, per il poco che ne so, in genere le nazioni nascono in un altro modo, non "di botto" o grazie ad una sola persona che dà il "calcio d'inizio".
Per questo, avendo le idee ed il senso comune di dove andare a parare, ma non un territorio e riconoscimenti esterni, ci troviamo "sbilanciati".
Non sono uno storico ma... prendiamo il caso di Israele: (sorvolando sui dettagli, che conosco poco), un certo numero di persone, con una fede e parecchi altri valori in comune, "si son trovati" (son stati portati ;-)) in un luogo... che, incidentalmente era popolato da altre persone (chiamate "palestinesi"). Il senso della comunità, le esigenze e tutto quanto erano talmente forti che gli ebrei (mi pare che, allora, non si chiamassero ancora "israeliani") si insediarono e combatterono per quella che poi è diventata la loro terra.
I palestinesi, essendo autoctoni, non la presero molto bene, per così dire... ed, in effetti, sono ancora lì che si stanno menando, da una settantina di anni (ripeto: passatemi la "licenza poetica" sui dettagli, che sono parecchio più intricati: era per fare l'esempio di un popolo che, in tempi relativamente recenti, si trova su un territorio e fonda una nazione).
Ora, sia israeliani che palestinesi hanno governi, leggi, costituzioni... lo "Stato palestinese" è riconosciuto da 130 nazioni nel mondo (recentemente dalla Svezia).
Noi non abbiamo ancora nulla di tutto questo e, per poter iniziare a varare leggi (che saranno vincolanti solo per noi, credo), dovremo approvare una Costituzione (spero anche di riuscire a leggerla, prima), formare un Governo, un Parlamento, ecc. ecc.
Probabilmente, illazione mia, prima di poter formare un Parlamento sarà necessario il riconoscimento di alcuni di noi (quelli che voteranno a favore della Costituzione e dell'Unità) come "cittadini", cosa che ora non siamo, dato che un "Parlamento di utenti" pare faccia abbastanza sorridere, come concetto. ;-)
Quindi il Parlamento potrà iniziare a discutere/creare/approvare leggi... se il processo democratico segue quello a noi noto (ma non si sa mai eh), ed il Governo inizierà a metterle in pratica ed a gestire la "macchina dello Stato".
Nel momento in cui la Costituzione ci sarà messa a disposizione, si capirà quale sarà il processo democratico, quello di formazione del Governo, del Parlamento, ecc. ecc.
Tenuto conto che mettere in piedi (e mantenere funzionante) una "macchina Stato" non è cosa banale, spero che, per l'appunto, tutta la faccenda non sia una scusa per "raccogliere soldi" (v. Joint-stocks, cioè azioni): è certamente più semplice mettere in piedi e far funzionare una ditta (che, peraltro, non ha l'obbligo di esser democratica), dato poi che il nostro Capo della Nazione ha ampia esperienza in quel campo.
Questo è uno dei motivi per cui, leggendo sia fra le righe che direttamente le righe stesse, noto (e provo) parecchio scetticismo sull'intera faccenda (quand'anche questo mi intristisca un pò: preferirei esser sicuro che è tutto vero, a dirla tutta).
Però, aiutati dal fatto che, tempo a parte, non stiamo veramente spendendo nulla, possiamo "stare alla finestra" e vedere come evolve la cosa. :-)
Una "nota trappola" che potremmo trovarci ad affrontare, per come la vedo io, è che, ad un certo punto, sarà probabilmente necessario "fare qualcosa" (ad es. aprire il portafogli) "perchè le cose possano muoversi". Quindi la domanda è: lo faremo anche se le cose non saranno chiare, nella speranza che lo diventino, oppure fiuteremo la fregatura (che non è certa, ma comunque possibile) e ci tireremo indietro?
Abbiamo tempo (fino a novembre, credo :-D) per pensarci. ;-)